Castello Ducale De Riseis D'Aragona

Il castello sorge su un naturale avvallamento della collina che termina nel centro storico di Crecchio, interrompendone la continuità a difesa dell'insediamento. Ritrovamenti ceramici ascrivibili all'età del bronzo denotano l'importanza di questo sito, che ha attraversato i secoli, subendo modifiche ed adattamenti fino ai giorni nostri. Apparso nelle fonti scritte solo a partire dal XII secolo, si presenta come un edificio a pianta regolare, quadrangolare, con quattro torri poste ai vertici; la muratura è realizzata con blocchi di arenaria compatta, ben squadrata, posti agli angoli e pietrame sbozzato su una sola faccia come cortina muraria.

La torre più antica, e più alta è una tipica torre di avvistamento del XII sec., che ha conservato la merlatura fino agli eventi bellici del 1943. Un' inespugnabile baluardo normanno, simbolo del potere feudale, realizzato su tre livelli ed accessibile solo al primo piano mediante un portellone levatoio che si appoggiava sul camminamento di ronda e si andava a richiudere, in caso di attacco sul portale in pietra. Al piano terra, destinato a deposito per viveri si scendeva attraverso una botola, con l'ausilio della scala a pioli precedentemente usata per salire sulle mura. L'accesso al piano superiore ed alla sommità era possibile solo attraverso una stretta scala a chiocciola in pietra che salendo gira in senso orario; tale soluzione avvantaggiava i soldati posti a difesa, in quanto, chi attaccava era costretto a portare le armi con la mano sinistra. Le continue scorrerie e le cruenti vicende storiche del Regno di Napoli portarono, tra il XIII e XIV secolo, ad un completo riassetto del castello con l'edificazione di tre nuove torri poste agli angoli del recinto fortificato e di due grossi corpi di fabbrica ad uso residenziale, collocati a nord e ad est; realizzati con imponenti muri esterni atti a reggere la spinta delle volte romaniche, costruite in pietra della Majella a grossa porosità, in modo da essere più leggere. Una stima del feudo redatta nel 1633 da “Scipione Paterno Tabulario napolitano”, ci restituisce una puntuale descrizione del castello, testimoniandoci che dal XIV al XVII secolo non vi furono sostanziali modifiche, chiarendo e specificando meglio l'aspetto e le funzioni degli ambienti che lo componevano.

Entrando dall'ingresso principale, ubicato sotto la torre per ovvie ragioni strategiche, incontriamo due corpi di fabbrica a due piani di altezza che si intersecano ad “elle”; coperti in legno a terrazzo, erano usati come spalto e camminamento di ronda; la copertura piana, inoltre, consentiva di raccogliere l'acqua piovana e convogliarla nella cisterna ancora oggi visibile nel cortile interno; di fronte, al piano terra, vi è una stalla con una seconda stanza attigua; a sinistra una cantina con magazzino e un forno. Gli ambienti sono coperti a volta e divisi in due livelli da un impalcato in legno di cui restano le testimonianze dei fori d'incastro delle grosse travi squadrate e delle porticine romaniche rialzate che consentivano l'accesso alle feritoie delle torri. Al secondo piano troviamo un loggiato dal quale è possibile attingere l'acqua direttamente dalla cisterna sottostante, e accedere sulla sinistra ad una grossa stanza con ai lati altre due più piccole, mentre di fronte entrando, attraverso ingresso separato, troviamo una saletta, alcune camere e cucina.”

Pervenuto ai Duchi De Riseis, il castello fu trasformato da struttura difensiva a residenza. Nel 1789 venne ampliato il porticato al piano terra costruendo l'ala occidentale e fu coperto a tetto il camminamento merlato ubicato al secondo piano, in modo da ricavarne le stanze per la servitù e dispense; proprio in segno di riconciliazione con la popolazione locale fu piantato un ulivo sulla sommità della torre, in segno di pace verso la cittadinanza e da allora fu chiamata "torre dell' ulivo”. Il cortile del castello ed il parco che lo adornava fino al 1943 , erano arredati con reperti archeologici tardo-romani provenienti dalla località Vassarella e busti in marmo pregiato. Il 9 settembre 1943, il castello è diventato lo scenario di importanti eventi della storia recente d'Italia: durante la fuga da Roma, dopo l'armistizio sostarono nel castello sua maestà Vittorio Emanuele III, la Regina Elena, il Principe Umberto, Badoglio e tutto lo Stato Maggiore. Qui si decisero le sorti della monarchia sabauda e ci fu l'ultimo tentativo della duchessa Gaetana De Riseis per convincere inutilmente il Principe Umberto a far ritorno a Roma. Negli ultimi giorni del 1943 il castello veniva bombardato. Negli anni settanta è stato restaurato ad opera della Soprintendenza per B.A.A.A.S. DELL'ABRUZZO ed oggi è sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale.

© Foto : Rocco Valentini,Francesca Miccoli - Foto d'epoca : Collezione Archeoclub d'Italia APS Sede di Crecchio